Consiglio Europeo: guerra, bilancio e immigrazione

Consiglio Europeo: guerra, bilancio e immigrazione
Si è concluso sabato 27 Ottobre l’ultimo Consiglio Europeo, convocato per affrontare le questioni più urgenti delle ultime settimane. Presente anche la premier Meloni. 
 

Medio Oriente e Ucraina

Sul tavolo delle trattative innanzitutto il nodo del conflitto israelo-palestinese. Gli Stati membri hanno cercato di mantenere una posizione decisa e soprattutto unitaria, al contrario di come è accaduto nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto. Ferma condanna verso Hamas, soluzione dei due stati, corridoi umanitari e pause per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, questo il contenuto della dichiarazione finale. Sanchez, Macron, Scholz e Meloni si sono detti soddisfatti del lavoro svolto. La premier ha ribadito l’importanza dell’ANP per risolvere la disputa tra israeliani e palestinesi e mettere da parte Hamas. Nonostante l’apparente unità, il voto dell’ultima risoluzione Onu ha mostrato le evidenti divergenze ancora presenti tra gli stati europei. Una folta comunità di stati ha preferito astenersi in sede di voto. Sul fronte Ucraina invece sono emerse tensioni durante la discussione per i prossimi aiuti, che ammontano a circa 50 miliardi di euro. Mentre la Commissione è determinata a continuare a sostenere Kiev, da parte di Ungheria e Slovacchia sono sorte non poche resistenze. Di conseguenza, la discussione sui finanziamenti è stata rimandata al prossimo Consiglio, che si terrà nel mese di dicembre. 

 

Immigrazione e sicurezza

Tra i temi affrontati anche quello dell’immigrazione. Dopo gli attentati di Bruxelles la priorità degli stati europei sarà inevitabilmente il tema della sicurezza. L’iniziativa è partita dalla Svezia, paese di origine dei due cittadini vittime dell’attentato nella capitale belga. Nella dichiarazione finale è emersa la volontà da parte della Commissione e dei membri di una maggiore cooperazione sui rimpatri e sul controllo delle frontiere, sfide comuni alla maggior parte dei Paesi europei. La Commissione ha espresso la volontà di rafforzare la missione “Irini” per contrastare il traffico di armi in Libia. Inoltre, sono stati stanziati 15 miliardi di euro del bilancio comune per affrontare il problema dei flussi migratori a sud. Il Governo italiano si è detto piuttosto soddisfatto degli accordi raggiunti, auspicando una maggiore collaborazione con i paesi terzi, come l’Egitto, per contrastare gli ingressi illegali nell’Unione. 

 

MES, pressioni sul governo

Nonostante non fosse presente in agenda, si è parlato anche del Meccanismo Europeo di Stabilità. Attualmente l’Italia è l’unico membro dell’eurozona che non ha ratificato l’accordo, la cui riforma risale ormai a diversi anni fa. La premier Meloni ha motivato l’assenza dell’Italia alla mancata riforma del Patto di Stabilità, fermo ormai dal 2020. Proprio quest’anno, infatti, giungerà a termine la sospensione delle regole di spesa. Il Patto di Stabilità sarà al centro del processo di riforma per cambiare i criteri di valutazione della sostenibilità del debito. Le trattative avranno luogo il prossimo 9 novembre, sotto la presidenza spagnola del Consiglio. 

 

A cura di

Lorenzo Rossi